DISTURBI DELL’UMORE

Cos’è l’umore? Come si può capire se si soffre di un disturbo dell’umore?

L’umore è un po’ come lo schermo di un cinema. Immaginate che lo schermo su cui vengono proiettate le immagini anzichè essere bianco potesse cambiare tonalità e ad esempio scurirsi dal grigio fino al nero… le immagini proiettate perderebbero colore fino a diventare solo ombre su uno sfondo nero. L’umore è come se fosse la coloritura di fondo del nostro animo sul quale avvengono i nostri pensieri e le nostre emozioni. E’ facile comprendere quale ad esempio possa essere la qualità della nostra vita psichica se avviene su uno sfondo scuro.

Per disturbi dell’umore si intende in modo generico tutte quelle variazioni patologiche dell’umore che sono tali da diventare invalidanti per la vita della persona. Molte persone soffrono di disturbi dell’umore ma lo spettro di sintomatologie che ricadono sotto questa definizione è così ampio che occorre un’attenta valutazione della qualità e dell’intensità dei sintomi per poter impostare un piano di cura efficace.

C’è a mio avviso un abuso spropositato di psicofarmaci antidepressivi che vengono spesso somministrati anche in soggetti con sintomatologie e storie cliniche tali da non richiederne l’uso così come ci sono alcune condizioni che non possono prescindere dal trattamento farmacologico.

L’umore può essere disturbato non solo sul versante della depressione (caratterizzata da umore depresso, diminuzione di interesse o di piacere, perdita di peso, insonnia o ipersonnia, faticabilità, autosvalutazione,ecc), ma anche sul versante della mania (caratterizzata da autostima eccessiva, diminuito bisogno di dormire, loquacità, fuga delle idee, distraibilità, aumento dell’attività, ecc).

I principali disturbi dell’umore sono la distimia, la ciclotimia, il disturbo depressivo maggiore e il disturbo bipolare di tipo I e II.

La maggior parte dei disturbi dell’umore ha una base organica, una sorta di vulnerabilità biologica che viene poi innescata da eventi di vita particolarmente stressanti cui il sistema psicofisico della persona non è in grado di reggere. Per questo occorre innanzitutto effettuare un’attenta valutazione che tenga conto della sintomatologia e della storia clinica del paziente e dei familiari per poi predisporre un piano terapeutico che sia in grado di far fronte al disturbo nel modo più breve e più efficace possibile.

Nella mia pratica clinica mi avvalgo della collaborazione di alcuni specialisti tra cui il dott Luca Maggi col quale collaboro presso gli Studi professionali Medicei di Seravezza la cui equipe multidisciplinare è in grado di diagnosticare e far fronte alle varie forme con cui questo invalidante disturbo si manifesta.

Molte situazioni di tristezza, attraversamento di lutti, ritiro sociale, crisi esistenziale, mancanza d’interessi, timidezza, ecc non sono depressione e meritano di essere trattate con una forma d’aiuto specialistica come la psicoterapia senza troppo scomodare il mondo della chimica farmaceutica.