AMABILE

PROGETTO DI EDUCAZIONE ALL’AFFETTIVITA’ E ALL’INTIMITA’ NELLA PERSONA DISABILE

premessa

Mettere insieme due parole come sessualità e disabilità, che già di per sè portano ciascuna una propria complessità, sembra più un rompicapo che una possibilità reale, suona di provocazione, di paradosso. Del resto veniamo da un modello culturale che ha preferito guardare ai disabili come degli “eterni bambini asessuati” non riconoscendo, evitando o negando il loro bisogno e diritto ad una vita affettiva e sessuale soddisfacente.

In risposta al cambiamento culturale in atto, sostenuto e sollecitato dalle direttive ONU del 2007, è oggi più che mai compito dei caregivers avvicinarsi a questi temi, riflettere e impostare l’azione educativa cercando il più possibile di fare in modo che la scoperta della sessualità, pur con tutte le limitazioni che la disabilità impone, sia un fatto individuale, unico e irripetibile, senza costrizioni o modelli preconfezionati che non fanno altro che reprimere la capacità che ognuno ha di sapersi rapportare con la corporeità propria e dell’altro. Educare una persona disabile a sentire e a vivere la propria affettività ed intimità può essere un compito molto impegnativo, ma proviamo a pensare a quante altre volte, insegnandole delle abilita’, la esponiamo a situazioni ben più pericolose di questa (insegnandogli ad attraversare la strada, ad usare il coltello per tagliare il pane, ecc..).

Appare quindi necessario elaborare percorsi conoscitivi rivolti a chi ha il compito di condurre i disabili verso l’autonomia o meglio, per usare le parole del prof. Lascioli, verso una “dipendenza sostenibile”, in quanto l’efficacia dell’intervento è spesso garantita unicamente dalla sinergia tra genitori, educatori e tecnici che sentono la necessità, all’interno della loro “missione educativa”, di promuovere una completa identità del disabile.

Occorre tener presente che ad ogni giovane, normodotato o disabile che sia, giungono inevitabilmente delle informazioni relativamente alla sfera sessuale ed affettiva (basti pensare al bombardamento dei media televisivi), informazioni più o meno corrette ed offerte in modo più o meno opportuno che avranno degli effetti sulle loro convinzioni e sui loro comportamenti. Diventa quindi fondamentale programmare modalità più idonee per sviluppare per i caregivers processi di conoscenza che siano in grado di coniugare gli aspetti cognitivi e le informazioni scientifiche con gli aspetti corporeo emozionali col fine di permettere interventi educativi di qualità che possano facilitare alla persona disabile un avvicinamento a questa area della vita nel modo più sereno e soddisfacente possibile.

obiettivi e finalità

Il percorso formativo che viene qui proposto è rivolto ad educatori, operatori e tecnici (psicologi, assistenti sociali, medici, educatori, operatori, ecc) che in modo più o meno diretto si trovano ad accompagnare le persone disabili in percorsi di autonomia e indipendenza e che sentono il bisogno di affrontare la tematica della sessualità consapevoli del fatto che essa rappresenta un aspetto fondamentale della vita di ciascuno di noi.

Il percorso si prefigge lo scopo di fornire un panorama di conoscenze teorico-esperienziali e di sviluppare una sensibilità individuale ed una consapevolezza culturale tali da poter mettere l’operatore nelle condizioni di operare in modo più competente e appagante includendo questa delicata tematica nel panorama della propria mission educativa; il percorso si prefigge anche di fornire le competenze per poter partecipare, ciascuno secondo le proprie competenze, alla stesura di progetti educativi che prevedano aspetti inerenti la sessualità e l’affettività.

Il percorso si articola in un dinamico equilibrio tra l’ambito delle conoscenze e l’ambito emozionale.

Con ambito delle conoscenze si intendono tutte le conoscenze o informazioni teoriche sulla biologia, l’anatomia, la psicologia, la cultura, la patologia e ogni altro aspetto nozionistico che sia necessario conoscere relativamente al tema “sessualità”. Molto spesso, difatti, nel repertorio delle conoscenze degli operatori, vengono riscontrate lacune significative che si ripercuotono poi sulla pratica operativa del campo educativo.

L’ambito emozionale riguarda la parte più impegnativa del percorso formativo in quanto si occupa più specificatamente del vissuto personale dell’operatore di fronte al tema intimità, affettività e sessualità. E’ un ambito di lavoro molto delicato che richiama inevitabilmente in gioco il proprio vissuto e il rapporto che ciascuno di noi ha con la propria sessualità comprese paure, tabù, inibizioni e preconcetti vari.

E’ di estrema importanza essere formati in tal senso in quanto è oggi idea condivisa che l’intervento educativo avvenga attraverso la relazione interpersonale e quindi la sua efficacia sia più strettamente correlata a come noi ci proponiamo che non alle tecniche più o meno fondate che applichiamo. Aiutare un’altra persona nella scoperta della propria sessualità richiede pertanto di conoscere i vari aspetti che una tematica così vasta porta con sé e di essere in grado di riconoscere e gestire i propri vissuti in merito.

L’intervento formativo è organizzato in moduli. Per maggiori info contattare l’associazione

Responsabile del progetto: dott. Luca Petrini

Referente e cordinatore del progettoRiccardo Bardoni